Questa settimana per “Storie di Cooperazione” la testimonianza di Carlo Vanzetti, presidente della cooperativa Speranza di Vinovo.
Partiamo dal nome. Da cosa viene?
Quando l’azienda è nata, nel 1974 e io ero un ragazzo, i nostri padri dicevano “Speroma ca vada bin” e poi avevamo un pastore belga nero, anche lui si chiamava Speranza.
Allora si facevano le cose come voleva madre natura. Abbiamo preso un negozio e un mattatoio coscienti di essere nel giusto e fare le cose nel rispetto della salute delle persone e degli animali. Vendevamo 7 vitelli alla settimana ed era una risorsa: carne genuina a un prezzo conveniente. Oggi se ne consuma molta meno ma abbiamo una clientela fidelizzata che fa anche 50 km pur di mangiare una buona bistecca.
Quando siete arrivati al biogas?
Nel 2008, il mondo stava cambiando. Quando ero ragazzo era normale sentire puzza, poco per volta non la voleva più nessuno.
Il digestato non ha odore. Il digestore funziona come lo stomaco di una mucca. Ci sono batteri che producono metano che viene filtrato e deumidificato e bruciato in un motore endotermico che produce energia elettrica e calore.
Si produce un concime a tutti gli effetti con fosforo, potassio e azoto che regaliamo anche ai pensionati per l’orto. Smaltiamo liquame e letame di 250 animali, al servizio dell’ambiente e delle aziende. Il calore prodotto dal biogas è utilizzato per il riscaldamento dell’Istituto di ricerca nella lotta contro i tumori di Candiolo.
Quali sono stati gli ultimi progetti?
Un impianto di biometano liquido per i camion. Stiamo lavorando per produrne 6 tonnellate al giorno. È lo stesso processo ma invece di bruciare in motore endotermico è raffreddato e liquefatto e viene tolta l’anidride carbonica usata come gas tecnico.
Quanti siete?
Sette aziende, una ventina di persone con stalle all’avanguardia dedicate al benessere animale e alla produzione qualitativa di livello.
Che età avete in media?
Età diverse, ma ci sono tanti giovani.
Qual è il motto di Speranza?
«Cresciuti insieme, cresciuti bene» come abbiamo scritto sulle magliette dei nostri figli e nostre che abbiamo fatto qualche anno fa.
Tre parole per descrivere la cooperativa Speranza.
Sostenibilità, affiatamento, bene comune. Speranza è la prova che l’economia circolare può funzionare bene, è sostenibile e senza scarti”.
Se la cooperativa Speranza fosse un animale, sarebbe?
Un bue instancabile che lavora tutti i giorni per il bene di tutti.
Se fosse un colore, quale sarebbe?
L’azzurro del cielo, per il nostro futuro e il Monviso che è qui davanti a noi. Sulla terra e la campagna ci viviamo. È nostro dovere di conservarla e migliorarla per le nuove generazioni.
E se fosse una pianta?
Un ulivo. Cinque anni fa ne abbiamo piantato uno con 5 rami che rappresentano le 5 famiglie fondatrici, ora è più rigoglioso che mai.
Qual è la domanda che non compare in questa intervista alla quale vorreste rispondere?
Una cosa che per noi conta molto: dare qualcosa gli uni agli altri. È importante fare qualcosa per gli altri.
Noi siamo felici di poter donare il 5% degli utili alla Casa dell’accoglienza dalla Madonnina di Candiolo. Fare cose per il territorio e per tutti ci rende orgogliosi.
SETTORE E CATEGORIA | Cooperativa agricola Settore: bioenergie agricole |
FATTURATO 2019 | – |
SOCI | 8 aziende agricole, più il consorzio Capac |
PERCENTUALE DI PRESENZA FEMMINILE | 2 donne (titolari delle aziende agricole) |
COLLABORATORI ESTERNI | 2 |
SEDE PRINCIPALE (PROVINCIA) | Vinovo – Provincia di Torino |
SITO WEB | – |
TERRITORIO DI RIFERIMENTO | Torino |
INCARICHI ESEMPLARI | Vanzetti Carlo cda del Consorzio italiano biogas. Diversi riconoscimenti a livello europeo |
Il progetto Storie di cooperazione nasce per raccontare l’esperienza delle tante realtà cooperative che operano sul nostro territorio.
Il progetto Storie di cooperazione è a cura di Enrico Gentina. Le interviste sono realizzate dall’autrice e giornalista Francesca Rosso.