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Confcooperative Piemonte Nord

Pubblicato il 21 Ottobre 2022

Scuola di POP La politica che serve

Intervista al Direttore della Pastorale Sociale e del Lavoro di Torino, Dottor Alessandro Svaluto Ferro sul percorso Scuola di Pop, la politica che serve.

Valori, dinamiche, equilibri da ricostruire

Al centro del percorso proposto dalla Pastorale Sociale e del Lavoro di Torino, ci sono i valori che vogliono essere trasmessi, attraverso un itinerario che mira a mitigare il sempre più frequente fenomeno dell’astensionismo. L’attenzione è posta sulla società e sulla politica attiva come bene comune, con procedure e spazi di comunicazione strutturali di confronto e azione.

Gli obiettivi ai quali tendere riguardano la riscoperta della politica di per sé, poiché, nonostante il noto distacco che stiamo vivendo nei confronti della vita pubblica, rimane un tema di centrale importanza sociale.

Anche quando si parla di governo e di società vale la pena di appropriarsi di un nuovo modo di vivere e affrontare le dinamiche politiche. le attività sono rivolte a tutti i cittadini comuni che vorranno in questo modo riavvicinarsi alla politica.

Il valore principale è cercare di creare maggiore vicinanza e riscoprire la politica come strumento per agire il bene comune. Uno degli obiettivi identificati dal direttore, riguardano ridare valore alla democrazia attribuendo significato all’intero percorso che guida verso il voto e non sentirsi parte di un tutto solo nella cabina elettorale. Continua il direttore le organizzazioni e l’associazionismo sono parte attiva della democrazia vista come spazio di confronto.

La sfida

Puntare sul coinvolgimento dei giovani e restituire fiducia e forza alle politiche attive riscoprendo la necessità di puntare sulla cittadinanza attiva e sulla creazione di nuove reti. Si vuole stimolare la riscoperta della bellezza di impegnarsi e portare a termine un compito, così da sottolineare che, come afferma il direttore Svaluto Ferro riportare il senso al fatto che la politica sia di tutti e sulla sua capacità di guidare tutta la comunità puntando l’attenzione sulle competenze.

Sono toccate le competenze trasversali, il marketing, le azioni, fino a dar vita ad un percorso che stimoli i partecipanti ad impegnarsi in questo cammino formativo strutturato.

Il percorso

Pensato in ottica seminariale e interattiva, non si articola soltanto in conferenze e webinar frontali, ma soprattutto in forme seminariali, che possono essere considerate il punto di inizio per la creazione di nuove associazioni e cittadinanza attiva.

L’obiettivo più alto che si vuole perseguire, è la nascita di nuove forme di associazionismo o comunque di partecipazione attiva, dalla quale ogni partecipante potrà far scaturire idee o far nascere nuovi gruppi.

Si tratta di uno stimolo all’impegno e al bello di partecipare alla vita politica del Paese, si vuole ridare valore alla politica, anche se veniamo da un periodo in cui, anche i retaggi culturali non aiutano a stimolare l’impegno.

In questa prospettiva, il percorso mira al dialogo e all’approfondimento di alcune tematiche per riacquisire tutte quelle dinamiche volte alla partecipazione, perse in questi anni.

Un altro aspetto importante riguarda la riflessione sulla politica come cosa pubblica accessibile a tutti, ma la domanda che dobbiamo porci riguarda chi si deve assumere la responsabilità di tenere compatta la comunità, aspetto di cui nessuno vuole prendersi onere.

A quel punto non ci vuole più solo la buona volontà, ma anche il mezzo perché le nostre società sono sempre più complesse e di fronte a questo, l’idea di fondo è coinvolgere i partecipanti in un percorso di crescita.

L’idea è che affrontando in modo trasversale diverse discipline, si possa avere un gruppo più ampio e maggiori possibilità di dialogo e di confronto; centrali 3 dimensioni:
– valoriale
– culturale
– amministrative

Il target

Il target di riferimento sono i giovani ed i giovani adulti, proprio perché si sono sempre più allontanati dalle forme tradizionali di politica e in questo modo, cercare di coinvolgerli e farli diventare protagonisti.

Abbiamo bisogno dell’energia dei giovani che devono essere considerati come il caposaldo delle società.

L’obiettivo è tornare ad essere presenti e attivi nel fare politica, anche considerando il contesto culturale dove siamo inseriti per ritrovare fiducia nel sistema.

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