Siamo a celebrare insieme un nuovo Santo Natale.
Lo stiamo facendo consapevoli che l’eccezionalità ci accompagna.
Non siamo nuovi a questa consapevolezza, fin da quando, sul finire degli anni Novanta, con alcuni di voi si è iniziato il cammino che ci ha portati qui oggi, ci è stato chiaro che avremmo affrontato una stagione eccezionale.
Ciò che allora non ci era così evidente erano le ragioni dell’eccezionalità.
E queste ragioni siamo noi, siete voi.
Non vi è esperienza umana che, vissuta in prima persona, non sia considerabile eccezionale e lafortuna che ci è stata offerta è stata quella di poterla vivere insieme.
In questo tempo trascorso e condiviso siamo cambiati, profondamente.
Alcuni sono addirittura irriconoscibili tanto sono cresciuti e maturati negli anni. Anni che hanno anche segnato ognuno facendo sperimentare nella vita e nel lavoro cose che mai avremmo immaginato possibili e che, talvolta, avremmo desiderato ci fossero risparmiate ma anche e, speriamo, in maggioranza altre che ci hanno dato il senso della pienezza e fatto sperimentare stupore e meraviglia.
Vogliamo condividere con voi una domanda: in cosa sono migliorato?
Fermiamoci a pensarlo e magari accettiamo la sfida di cercare la risposta e non di liquidare il tutto con il pensiero che tale quesito è più grande di noi.
È la nostra domanda, è il nostro senso, è il sapore della nostra vita.
Noi grazie a voi ci sentiamo migliorati e di questo visiamo grati.
Questi due anni sono stati anche un tempo di paura, non solo per la nostra salute ma anche per lo sguardo che abbiamo dovuto dedicare alla nostra vita, messa a nudo da una situazione non solo imprevista ma anche per molti aspetti scarnificante.
Improvvisamente abbiamo perso tutte le certezze dietro cui eravamo soliti “nasconderci”. Il saper fare, l’immagine di noi costruita negli anni, i progetti di vita e le relazioni faticosamente tessute, nel giro di poco tempo tutto è stato messo sotto verifica. Verifica che in molti casi è ancora in corso.
Questo genera ansia e determina paura, più o meno manifesta. Non difendiamoci dalle nostre paure.
Viviamole, riconosciamole e costruiamo intorno a loro un nostro nuovo equilibrio. Saremo più forti e anche più vicini, riconoscibili e rassicuranti per coloro che ci sono intorno.
In una stagione strana come quella che abbiamo attraversato e stiamo attraversando, non sono le tecnologie, i luoghi e le competenze i veri asset che rendono forte e sostenibile il mondo di Confcooperative e che fanno “la differenza”.
La differenza la fate voi che siete i veri asset del nostro sistema.
Che questo tempo sia per voi un buon tempo.
Sante Feste
Gianni Gallo, Presidente
Fabrizio Ghisio, Segretario generale