Storie di cooperazione ha un nuovo format: da storia raccontata a intervista. In questa prima intervista, Francesca Rosso raccoglie le parole di Chantal Re, presidente della cooperativa sociale La Dua Valadda.
Come nasce il nome della cooperativa La dua Valadda?
È in stretta sintonia con il territorio di montagna in cui siamo perché qui si parla occitano, siamo in una zona transfrontaliera al confine con la Francia. In occitano “La dua valadda” è “le due valli”. Qui molti parlano patois e molti operatori sono bilingue.
Come nasce la cooperativa?
Nasciamo nel 1981 come servizi di assistenza domiciliare sul territorio a sostegno alle figure anziane sui distretti della montagna. All’inizio era la comunità montana di Val Chisone e Val Germanasca e c’era anche la Val Pellice. Il primo passo sono piccole comunità alloggio per anziani.
Fino al 2018 ci occupiamo del servizio “Vengo a prenderti”: trasporto straordinario per anziani che, ad esempio, devono andare a una visita medica.
Nel 1992 acquistiamo una scuola pubblica che diventa piccola casa di riposo.
E negli Anni Novanta ci occupiamo di servizi educativi territoriali gestendo centri diurni per disabili in ogni fascia di età e ci occupiamo di autonomia dei disabili nella scuola.
Dal 2000 ci allarghiamo alla prima infanzia e ora gestiamo anche cinque nidi.
Oggi, quindi, la cooperativa offre servizi per tutte le età, dagli anziani ai bambini.
Quali sono stati gli ultimi progetti?
Ci siamo impegnati all’estero: la costruzione di una rete di mercato internazionale grazie a Confcooperative.
In particolare abbiamo svolto missioni extraeuropee in Qatar, Iraq ed Egitto occupandoci di formazione socio-assistenziale con servizi sanitari e infermieristici in appoggio al servizio pubblico.
Come state vivendo le difficoltà del momento?
Fino ad oggi siamo rimasti Covid-free e questo ci ha permesso di proporre servizi mirati senza far spostare il personale da una sede all’altra. Le strutture sono chiuse al pubblico da febbraio 2020. Abbiamo riaperto in estate e ora siamo tornati alle videotelefonate con le famiglie.
Gli ospiti sono 22 e una decina in ogni struttura di comunità alloggio. La struttura capillare e con numeri bassi è un vantaggio rispetto al Covid perché diminuiscono i contatti e il personale è stato fin qui molto responsabile e ben tracciato.
Tanto che abbiamo ricevuto un premio da Conte per le politiche di resilienza.
Come è composta la base sociale? e quali le sue caratteristiche?
Siamo una sessantina, con una presenza femminile quasi totale.
L’età media è sui 35 anni, ma chi si occupa di infanzia è molto giovane.
La maggior parte degli operatori provengono da Scienze dell’Educazione o Psicologia. E poi ci sono molti OSS per la parte assistenziale.
Qual è il motto di La dua Valadda?
«Alta quota» perché l’anno scorso abbiamo partecipato alla Bitac, borsa del turismo delle cooperative sociali, e abbiamo vinto con un progetto che aveva proprio questo nome.
Tre parole per descrivere La Dua Valadda.
Famiglia, territorio, entusiasmo
Se La Dua Valadda fosse un animale, sarebbe…?
Un mulo perché si sacrifica su un terreno difficile e continua ad arare il campo.
Se fosse un colore, quale sarebbe?
Il rosso perché è vivace e lo ritrovi in ogni situazione. In più tutto riescono a vederlo.
E se fosse una pianta?
Un cactus perché resiste anche senz’acqua.
Qual è la domanda che non compare in questa intervista alla quale vorreste rispondere?
C’è una grande crisi e bisogna cercare nuove reti di collaborazione. La sopravvivenza è fondamentale in un sistema territoriale come il nostro, in relazione con le istituzioni pubbliche.
La politica degli appalti non è più efficace per le cooperative di medie dimensioni. Dobbiamo sopravvivere al Covid e al sistema di appalti, ritmi di lavoro e pagamento degli enti.
Settore e categoria | Settore socioassistenziale educativo e sanitario tipo A – impresa sociale |
Fatturato 2019 | € 1.902.543,00 |
Soci | 60 |
Percentuale di presenza femminile | 90% |
Collaboratori esterni | 2 |
Sede principale (Provincia) | Pinerolo (To) |
Sito web | www.laduavaladda.it |
Territorio di riferimento | Distretto AslTO 3 Pinerolese e Valli Olimpiche |
l progetto Storie di cooperazione nasce per raccontare l’esperienza delle tante e belle realtà che operano nel nostro territorio.
Il progetto Storie di cooperazione è a cura di Enrico Gentina. Le interviste sono realizzate dall’autrice e giornalista Francesca Rosso.