Questa settimana per “Storie di Cooperazione” la testimonianza di Don Luigi Chiampo, Presidente della cooperativa sociale Amico.
Ci racconti la storia della cooperativa Amico.
Amico nasce nel ‘99 con una storia di accoglienza delle persone con dipendenza che parte già da prima nella “Casa dell’amicizia”.
L’idea è rendere autonome le persone in difficoltà attraverso un processo di aiuto che insegni a fare: il miele, le pulizie, la manutenzione del verde, i serramenti, il vino. Abbiamo comprato le vigne dagli anziani che non le lavoravano più. E poi è nata la cooperativa.
Quali sono i vostri ultimi progetti?
Il ristorante locanda del Priore a Vaie che dà lavoro a 12 persone fra cui 6 svantaggiate inclusi 3 migrati e la fornitura di serramenti, l’ultimo progetto che abbiamo rilevato.
In questo periodo, quasi tutti i settori sono in difficoltà, viste le restrizioni dovute alla pandemia.
Come state vivendo le difficoltà del momento?
Ci sono settori chiusi come la ristorazione, il verde stagionale o la raccolta di rifiuti ingombranti che in inverno rallentano.
Il settore più florido al momento è quello delle pulizie, che funziona 12 mesi all’anno, e che ora si è espanso grazie alle sanificazioni.
Quanti siete?
Una settantina, d’estate anche il 30% in più.
Che età avete in media?
Sui 40 anni. Si è alzata l’età media del disagio.
Su cosa puntate?
La nostra missione è duplice: l’accoglienza e l’inserimento delle persone svantaggiate nel mondo del lavoro, l’occupazionalità.
Quanto conta la formazione?
Siamo molto attenti a questo aspetto. Il 90 % delle nostre attività sono rivolte al pubblico ed è quindi necessario che le persone siano formate adeguatamente.
Per tenere aperto un eco-centro serve una professionalità specifica. Investiamo molto su questo e sulla progettualità partecipata in rete con gli enti del territorio.
E poi conta anche il cammino educativo per i responsabili.
Qual è il motto di Amico?
La classica triade educativa: “Faccio per te, faccio con te, ti faccio fare”.
Puntiamo alla crescita verso l’autonomia. Poi tutto fa il suo corso. La malattia psichica o la dipendenza rallentano il processo ma, piano piano, da qualche parte si arriva.
Tre parole per descrivere Amico.
Funzionale, amicale, progettuale.
Se Amico fosse un animale, sarebbe?
Direi un cane perché crea relazioni e le gestisce, sa coltivare empatia.
Se Amico fosse un colore, quale sarebbe?
Un arcobaleno, non un colore solo perché le prospettive sono molto variegate.
Se Amico fosse una pianta?
Una pianta che ha bisogno di sostegno: un melo che agli inizi ha bisogno di un bastone per appoggiarsi ma poi, crescendo, porta frutta.
Qual è la domanda che non compare in questa intervista alla quale vorreste rispondere?
Una domanda su ciò che ci motiva. Dopo 20 anni posso dire che la cooperativa è riuscita a crescere, implementare e migliorare quando sono entrate persone motivate.
Nel mondo del lavoro la differenza non la fa l’economia ma la motivazione. Tutto cambia quando il socio lavoratore non solo è stipendiato ma coinvolto nella progettualità. La motivazione amplia, la dipendenza affloscia.
SETTORE E CATEGORIA | Cooperativa sociale di tipo B Attività nel settore servizi: manutenzione del verde, pulizie e sanificazione; raccolta rifiuti ingombranti e verde, gestione CDR, montaggio componenti, montaggio infissi, gestione locanda del Priore, produzione e confezionamento Miele |
FATTURATO 2019 | € 1.786.806,00 |
SOCI | 59 (Soci sovventori 2, Soci lavoratori 52, Soci Volontari 5) |
PERCENTUALE DI PRESENZA FEMMINILE | 32 % |
COLLABORATORI ESTERNI | No |
SEDE PRINCIPALE (PROVINCIA) | Almese – Provincia di Torino |
SITO WEB | www.coopamico.it |
TERRITORIO DI RIFERIMENTO | Valle di Susa (TO) |
INCARICHI ESEMPLARI | _ |
Il progetto Storie di cooperazione nasce per raccontare l’esperienza delle tante realtà cooperative che operano sul nostro territorio.
Il progetto Storie di cooperazione è a cura di Enrico Gentina. Le interviste sono realizzate dall’autrice e giornalista Francesca Rosso.