Queste ultime settimane in modi molto diversi hanno posto l’attenzione sul tema della rappresentanza.
Chi rappresenta chi e dove bisogna volgere la propria attenzione per ascoltare le richieste che arrivano dalla (dalle) comunità.
Fin troppo facile dire che le piazze urlano le loro richieste e che nelle piazze si è ricominciato a urlare gli uni contro gli altri: le istituzioni contro i cittadini, i cittadini contro le istituzioni, i cittadini gli uni contro gli altri. I risultati sono evidenti: affermazione del più forte.
E se il più forte non c’è, possiamo sempre rinviare le nostre riflessioni a un qualche complottismo che dica che c’è ma non si fa riconoscere per poter agire nell’ombra e realizzare misteriosi obiettivi da cui sicuramente deriveranno tragedie per il futuro del mondo (anzie per non sbagliare tragedie per me e per i miei cari perchè del mondo, in fondo, poco m’importa)
Mentre tutto questo avviene sotto i riflettori, accade (e non è una novità) che da qualche parte qualcuno (qualche migliaio di persone) crei uno spazio di dialogo, di confronto e di pensiero per provare a costruire un futuro più sostenibile.
Ancor più incredibile che per farlo cerchi un luogo che possa rappresentare il bisogno di superare urla e stereotipi per costruire un domani migliore e per vivere un oggi fertile.
Questo è quello che è avvenuto a Taranto con la 49^ settimana sociale dei Cattolici. Questo è quello che sta accadendo in molti altri luoghi e, fortunatamente, sempre con l’utilizzo dello stesso stile.
Da questi luoghi emergono volti, parole e pensieri di speranza e proposte concrete; tutti elementi che concorrono a capire che chi vuole fare rappresentanza a tutti i livelli non è dalle piazze che può trarre insegnamento ma dai luoghi dove cuori e cervelli si confrontano e tracciano percorsi.
Qui di seguito inseriamo il documento conclusivo dei lavori di Taranto. Credo che possa essere un buon segnale di via per capire dove le nostre comunità vogliono che si guardi e in che direzione auspicano che si operi.
Non facciamoci distrarre dai rumori di fondo che, talvolta, sembrano diventare contenuto e discussione, non è così: sono solo disturbo e distrazione.
Facciamo nostro l’invito che da li emerge e partecipiamo alle iniziative che da Taranto e dalle altre vive realtà dei nostri territori nascono.
Solo così la cooperazione potrà affermare ruolo e funzione.
Gianni Gallo