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Confcooperative Piemonte Nord

Pubblicato il 13 Marzo 2020

Privacy d’emergenza e Coronavirus

Cosa ha specificato il Garante nel comunicato del 2 marzo 2020

L’Italia, come altre zone del mondo, sta venendo colpita duramente da quella che l’OMS ha ormai dichiarato essere la pandemia “Covid-19”. Questo genera, chiaramente, non poche preoccupazioni all’interno dei posti di lavoro per la salute dei lavoratori e dei visitatori. Preoccupazioni che il Datore di lavoro può essere tentato di tenere sotto controllo tramite il monitoraggio.

Che tipo di monitoraggio?

Le vie sono diverse e fantasiose come sempre accade quando non c’è una direttiva a cui appellarsi, o una linea guida. Le più comuni sono dei fogli da far compilare a chi si reca nello spazio di lavoro come visitatore esterno in cui si chiede la zona di provenienza, se è stato in zone rosse, se ha avuto febbre o sintomi influenzali e così via.

Talvolta questo documento viene fatto compilare anche ai lavoratori a rientro dalla mutua, oppure fogli simili in cui il dipendente dichiara di “sentirsi in salute”, non avere sintomi, non avere febbre e quanto venga ritenuto necessario chiedere.

E poi arriva il Garante.

Con il comunicato del 2 marzo 2020 il Garante della Privacy fa sapere che qualunque tipo di accertamento di questo tipo, qualunque foglio venga richiesto di compilare in merito al contagio, qualunque autodichiarazione richiesta dal datore di lavoro è da ritenersi eccedente le finalità di tutela delle persone fisiche.

Il Garante chiarisce che la finalità di prevenzione dalla diffusione del Coronavirus va svolta esclusivamente da soggetti che istituzionalmente esercitano queste funzioni in modo qualificato e che possono raccogliere informazioni relative ai sintomi tipici del Coronavirus ed ai recenti spostamenti degli individui (stiamo parlando degli operatori sanitari ed al sistema attivato dalla protezione civile, che sono gli organi deputati a garantire il rispetto delle regole di sanità pubblica recentemente adottate).

I datori di lavoro, pubblici e privati, non possono acquisire un’autodichiarazione dai dipendenti in ordine all’assenza di sintomi influenzali anche dei loro contatti più stretti, nonché vicende relative alla sfera privata.

La normativa d’urgenza adottata nelle ultime settimane non permette di violare la privacy di visitatori, utenti e dipendenti. I soggetti pubblici e privati non possono, quindi, chiedere ai visitatori ed agli utenti informazioni circa la presenza di sintomi da Coronavirus e notizie sugli ultimi spostamenti, come misura di prevenzione dal contagio.

Detto questo resta fermo (e obbligatorio):

Il Garante conclude invitando tutti i titolari del trattamento ad attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal Ministero della salute e dalle istituzioni competenti per la prevenzione della diffusione del Coronavirus, senza effettuare iniziative autonome che prevedano la raccolta di dati anche sulla salute di utenti e lavoratori che non siano normativamente previste o disposte dagli organi competenti.