Caro/a Candidato/a,
pur sapendo che l’eccezionalità della stagione rende difficilissimo qualunque ragionamento che si discosti dal percorso obbligato che la campagna elettorale rende necessario, proviamo a raggiungerti con un documento che la nostra organizzazione, insieme a Legacoop e all’AGCI, ha elaborato non solo in vista del dibattito di questi giorni, ma soprattutto per evidenziare le necessità che riteniamo dovranno essere oggetto dello sforzo di chi si vedrà chiamato dai cittadini di questo paese a svolgere il compito di rappresentarli per i prossimi anni.
Il documento è molto articolato e ben traccia tutte le emergenze ma anche tutte le opportunità che da un’adeguata risposta alle stesse possono emergere e rispetto alle quali il mondo della cooperazione è già al lavoro.
Come si può vedere, emerge in modo molto evidente sia la molteplicità degli aspetti che vedono milioni di cooperatori coinvolti nel garantire tenuta e sostenibilità delle loro imprese e delle comunità in cui le stesse sono inserite, sia la dedizione alla cura dei beni comuni di cui le cooperative sono custodi e depositarie.
Nel trasmetterti questo documento di cui spero avremo occasione di parlare a prescindere dai risultati elettorali, visto l’impegno e la dedizione con cui eserciti la tua attività al servizio delle nostre comunità, vorremmo evidenziare l’importanza di due linee guida che ritengo siano oggi il fulcro di ogni percorso di sostenibilità sociale, politica ed economica:
E’ un percorso intrapreso e che vogliamo credere irreversibile. Le radici di questa certezza sono nel fatto che questo è un tema che sta particolarmente a cuore ai giovani (al futuro) e sarà quindi inevitabile che prosegua, per quanto un’intera generazione di dirigenti stia cercando di fare orecchie da mercante. Non si tratta solo di parlare di energia, anche se il tema trova qui un grande riverbero e non solo in termini di aumento della produzione della stessa ma anche in materia di riduzione dei consumi. Dentro questo trovano casa temi come i consumi sostenibili, l’economia circolare, il partecipare ai processi produttivi per quanto consumatori (prosumer), la tutela del territorio e di conseguenza la sua piena fruibilità ed il diritto all’accesso a beni e servizi a partire da quelli essenziali.
Pur essendo un elemento da molti percepito come immateriale, è forse il più importante driver di sviluppo dei prossimi anni. Abbiamo già sperimentato con secoli di storia cosa determina l’essere dentro o fuori dal ciclo economico e dalla comunità. È voluto dire la differenza tra essere integrati ed essere emarginati. Questo è stato foriero di tutte le sofferenze che hanno attraversato la storia dell’umanità. Oggi si sta manifestando una situazione analoga in un continente (vedremo se il futuro ci consegnerà il singolare o il plurale) completamente nuovo ed appena scoperto, ma che invece di esistere oltre un grande mare navigabile è pervasivo di ogni singolo luogo e di ogni singola realtà. L’inclusione o l’emarginazione che ne può derivare dall’essere “dentro o fuori” non è più relegabile a luoghi lontani ma sarà in ogni casa, in ogni strada, in ogni luogo, in ogni esperienza. Diventa non urgente ma cogente, oggi, mettere in atto tutte le strategie utili affinché nessuno ne sia strutturalmente escluso. La transizione digitale è un percorso irrinunciabile che parte dalla singola persona e richiede investimenti enormi di competenza e saperi, ma non può essere vanifica dalla carenza di infrastrutture.
Entrambi questi temi vedono come elemento determinante nella valutazione del loro successo l’impatto sociale positivo e includente. Non sarà solo il mercato e la ricchezza generata a dire se hanno funzionato ma anche la coesione sociale e l’inclusione sociale generata.
A ben osservare il dibattito di queste ultime settimane ci sorge, tuttavia, un dubbio. Siamo nella stagione della scusa perfetta. Abbiamo fatto diventare la nebbia generata dalla crisi pandemica, poi dal conflitto (oggi) Russo/Ucraino e infine dalla crisi ambientali e da quella energetica occasione per dimenticare gli impegni presi ed i diritti esistenti. Sempre di più assistiamo a un bisogno di riequilibrare la politica dei redditi prendere varie forme e nell’identificare gli obblighi delle imprese in modo sempre più preciso. Non troviamo altrettanta solerzia nell’individuare gli obblighi del mercato che anzi in una stagione come questa fa scattare una sorta di “liberi tutti” in cui vige come sempre la legge del più forte.
Nel richiamare gli obblighi del mercato a un’equa politica dei prezzi ci riferiamo anche a quell’oltre 40%, del mercato pubblico, che oggi non solo non riconosce adeguamenti tariffari atti a permettere di garantire ai suoi fornitori ricavi necessari a sostenere salari adeguati, ma che anzi si ingegna per eludere i vincoli che il legislatore cerca di porre a tutela del mercato stesso.
Alle due linee guida ci permettiamo di mettere in evidenza alcuni temi richiamandone titolo e succinto sommario e che trovate esposti in modo molto più compiuto e dettagliato nel documento allegato
A questo punto non ci resta che salutarci rinviandoci ad un incontro il prima possibile che vede già per parte nostra espressi i punti del confronto e dedicarci nei prossimi giorni al comune sforzo per far si che questo momento elettorale sia il più partecipato possibile.
Cordialmente
Gianni Gallo