Lo scorso 6 febbraio si è tenuto a Roma il Consiglio Nazionale di Confcooperative. Tra i vari punti all’ordine del giorno la sintesi di cosa è stato fatto nello scorso mandato e una approfondita analisi della situazione socio economica del Paese.
Ne esce un quadro dove la Cooperazione ha un ruolo in primo piano e, non ostante la fase di fatica complessiva del Paese, gli elementi positivi sono molti. La Cooperazione saprà valorizzare i suoi punti di forza per essere soggetto trainante lo sviluppo socio economico?
Giuseppe Daconto, del Centro Studi Confcooperative, nel suo intervento ha offerto una interessante lettura dell’Italia di “lungo periodo“, delineando gli andamenti e prospettive dagli ultimi anni «ad oggi».
Il quadro che emerge è di una Italia con alcune debolezze ma anche con molte potenzialità, cha ha gli strumenti per riprendere lo sviluppo, dove la Cooperazione ha visto la propria presenza crescere e rafforzarsi rispetto alle imprese tradizionali. La sfida principale sarà quella di superare il divario territoriale: ancora troppe le differenze regionali in termini di sviluppo e coesione.
Pierpaolo Prandi, del Centro Ricerche di Fondo Sviluppo, ha presentato in quella sede i dati relativi alla base associativa di Confcooperative.
I dati presentano una Cooperazione che, sebbene ancora in piccola recessione, gode di buona salute imprenditoriale. Le imprese cooperative del nostro sistema capitalizzano, investono, il loro fatturato e il loro patrimonio crescono, creano occupazione e sono attente all’ambiente.
Le certezze:
la nostra cooperazione longeva «lo zoccolo duro» ha registrato negli ultimi dieci anni performance economiche, strutturali e occupazionali di gran lunga migliori sia rispetto alle altre cooperative sia rispetto alle s.p.a.
la nostra cooperazione nell’area food è stata anticiclica nel mercato interno e ha beneficiato della proiezione sui mercati esteri
la nostra cooperazione sociale, già leader nel terziario sociale e sanitario, ha saputo rispondere efficacemente ai nuovi bisogni
la nostra cooperazione di lavoro, meno compromessa nell’ambito delle costruzioni, ha saputo diversificare e innovare i servizi.
La relazione del Presidente Nazionale Maurizio Gardini, infine ha fatto il punto su quanto è stato fatto nello scorso mandato e ha delineato le azioni da intraprendere nel nuovo quadriennio confederale.
5 i Tavoli di lavoro attivati a fine 2018:
Molte le azioni realizzate, ma molto c’è ancora da fare.
Queste le linee guida su cui concentrare l’azione confederale nel prossimo mandato, secondo il Presidente Gardini.