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Confcooperative Piemonte Nord

Pubblicato il 21 Maggio 2020

La gestione dell’emergenza COVID19 nelle RSA: qualche considerazione

Nei giorni scorsi le Organizzazioni Sindacali a firma congiunta hanno trasmesso a noi e ad altre organizzazioni di rappresentanza una lettera in cui denunciano la gestione dell’emergenza COVID19 nelle RSA. In tale lettera annunciano anche una mobilitazione per fine mese.

Doverosamente pubblichiamo, quindi la lettera delle OOSS. Nel contempo cogliamo l’occasione per, a margine, aggiungere qualche breve annotazione basata su quanto abbiamo potuto osservare in questo periodo ed esprimere una nostra considerazione.

L‘emergenza sanitaria che abbiamo attraversato e in parte stiamo ancora vivendo è stata acuita e, in taluni casi, esasperata, da alcuni fattori che riportiamo qui, con la consapevolezza di essere parziali.

I fattori che hanno pesato nella gestione dell’emergenza da COVID19 nelle RSA

Ritardo nel monitoraggio con i tamponi

La partenza delle attività di monitoraggio di eventuali focolai virali, realizzate, dalle autorità regionali competenti, attraverso lo strumento del tampone nasofaringeo è stata tardiva.

L’accertamento del contagio attraverso i tamponi avrebbe dovuto essere realizzato in forma massiva soprattutto nelle fasi iniziali e centrali della crisi.

Inoltre, solo una parte del personale e degli ospiti sono stati sottoposti ad accertamento tramite tampone.

Questo non ha permesso di capire la reale portata dell’infezione e di prendere fin da subito provvedimenti adeguati da parte di tutti i soggetti coinvolti, strutture sanitarie in primis.

Impossibilità di trasferimento degli ammalati

Le strutture residenziali oggi esistenti non sono pensate per gestire direttamente casi di infezione virale pandemica.

Inoltre, il mancato trasferimento in luoghi idonei a garantire l’isolamento dei soggetti contagiati ha generato difficoltà non sempre superabili.

Ritardo degli accertamenti delle guarigioni sul personale

Le autorità competenti hanno verificato la guarigione del personale contagiato e posto in quarantena con procedure e tempistiche lente.

Questo ha bloccato per giorni e in taluni casi per settimane i rientri dalla malattia.

Tale ritardo degli accertamenti, ha generato una situazione critica delle dotazioni di organico assolutamente straordinaria e non preventivabile in alcun modo.

Passaggio di personale dal privato al pubblico

I bandi di reclutamento del personale sanitario e socio sanitario emanati dalle pubbliche amministrazioni a tutti i livelli hanno portato a un significativo passaggio di personale dal privato al pubblico.

Questo ha depauperato in modo significativo le dotazioni di organico dei soggetti privati che già erano in grave difficoltà a causa della straordinaria situazione di morbilità.

Impossibilità di reperire un numero adeguato di DPI

Diverse e ingenti forniture di DPI provenienti dai paesi esteri, fino a ieri, unici produttori, sono state bloccate dalle dogane dei paesi di transito.

Tali Paesi hanno poi trattenuto e requisito per uso interno le forniture bloccate seppur già destinate alla vendita ai privati in Italia.

Oppure, come ha previsto la normativa straordinaria per la gestione dell’emergenza da COVID19, sono state requisite dalla autorità italiane e destinate a servizi pubblici.

Quando ciò non è avvenuto, la burocrazia ha comunque determinato ritardi di significativa entità.

Quindi, non ostante le strutture abbiano una dotazione ordinaria di DPI, l’aumento del loro uso per la gestione corretta dell’epidemia ha comportato il determinarsi inevitabile di un’oggettiva carenza di dotazione su tutto il territorio nazionale di tali strumenti.

Risorse economiche

I riferimenti per i riconoscimenti economici degli enti gestori di strutture “RSA” sono tuttora determinati con una deliberazione regionale del 2012.

Abbiamo portato in discussione il tema già da molti anni per la loro palese inadeguatezza a coprire i costi di gestione. Impossibile pensare a ulteriori investimenti.

Costi della gestione dell’emergenza Covid19 nelle RSA

Le rette riconosciute ai soggetti gestori nulla hanno a che vedere con l’attività che è stato necessario implementare per fare fronte all’emergenza e con l’aumento dei costi che da esse sono derivati.

Questo ha ulteriormente contribuito a mettere in ginocchio molte strutture.

Alcune nostre riflessioni a seguito della iniziativa dei sindacati

La sofferenza e le difficoltà di questo periodo non hanno fatto sconti a nessuno: pazienti e loro familiari, operatori e responsabili di struttura, operatori sanitari e struttura sanitaria.

Tutti hanno operato nella più totale incertezza con un unico obiettivo condiviso: la salute del Paese partendo dalla tutela delle persone più fragili.

Ci viene chiesto dalle organizzazioni sindacali di non opporci a iniziative in cui si manifesta il disagio degli operatori.

Anzi ci si minaccia di contestazioni per condotta antisindacale laddove le cooperative ostacolassero la cosa.

Manifestiamo stupore e curiosità.

Non solo riteniamo che non ci sia ragione di opporci all’iniziativa rappresentataci dalle Organizzazioni sindacali nel loro comunicato, anzi a ben vedere ci chiediamo la ragione di tale dubbio.

Per maggior chiarezza possiamo dire che faremo quanto in nostro potere per permettere che si possa realizzare.

Un auspicio

Confidiamo che altrettanto faranno le Organizzazioni sindacali a sostegno di quanto rappresenteremo nelle sedi regionali competenti relativamente all’erogazione di un contributo straordinario agli Enti gestori di servizi residenziali a parziale ristoro dei danni causati dall’emergenza ed alla richiesta di revisione delle tariffe in essere, che già inadeguate prima, ora con le misure che bisognerà adottare per mettere in sicurezza la gestione delle strutture diventano palesemente obsolete e superate.

Speriamo che noi e i nostri soci non si debba constatare di essere i soli a cercare soluzioni.

Lettera OOSS-Manifestazione operatori RSA 29-5-20Download